domenica 29 luglio 2012

Riassunto capitolo 24 Promessi sposi

Lucia si è svegliata da poco quando allo porta della sua prigione, bussano Don Abbondio e la buona donna del  villaggio che subito la rassicura circa la fine della sua brutta avventura.Lucia ,in lacrime, ha la convinzione che la Madonna abbia ascoltato le sue preghiere e quindi deve rispettare il voto di castità da lei predetto.Nell'uscire, Lucia incontra poi l'Innominato e, dopo un primo moto di paura, trova la forza per ringraziarlo, ma l' uomo invece le chiede perdono. Lucia e la donna salgono infine sulla lettiga e il gruppo si avvia verso il villaggio.Durante il viaggio verso casa, Don Abbondio appare timoroso e contrariato per l' atto fatto dall' Innominato infatti teme che Don Rodrigo possa pensare che centri lui nella liberazione di Lucia. Il curato, sempre parlando con se stesso, se la prende dunque con tutti e poi stabilisce di affidare alle chiacchiere di Perpetua il compito di riferire a don Rodrigo la propria completa estraneità ai fatti, e, giunto in paese, si avvia verso la propria parrocchia senza neppure salutare il cardinale, mentre Lucia rimane ospita della brava donna, moglie di un sarto.Lucia intanto ricorda le tragiche ore del rapimento e trova conforto solo nella preghiera. Nella casa fanno il loro ingresso il capo famiglia, il sarto, e i figli. L'uomo, un popolano amante della lettura, parla diffusamente della predica del cardinale e dell'obbligo alla carità. Poi, per mettere in pratica quelle parole, fa portare da una della figlie, del cibo ad una famiglia povera del vicinato. Intanto Agnese, condotta verso la casa del sarto, incontra don Abbondio il quale la rassicura circa la sorte di Lucia e le raccomanda di tacere a proposito del mancato matrimonio.Dopo aver pranzato con l' Innominato e parlato a lungo con lui, il cardinale Borromeo decide di andare in villaggio a casa del sarto, per far visita a Lucia. Lucia e Agnese ricevono il cardinale e Agnese svela i particolari della vicenda, sottolineando le colpe di don Abbondio. Al termine del colloquio il cardinale si trattiene con i padroni di casa, e il sarto, che vorrebbe far bella figura con qualche citazione dotta, non riesce quasi a parlare. Parlando poi con il parroco, il vescovo individua il modo di ricompensare il sarto per la sua generosità: pagherà i debiti che gli abitanti del villaggio hanno contratto con lui. Rientrato al castello, l'Innominato convoca i suoi bravi con la consueta autorità. Egli comunica loro la sua conversione e dà nuove disposizioni affinché nei suoi territori non si commettano più violenze e iniquità. I bravi accolgono il cambiamento con atteggiamenti diversi, ma nessuno osa replicare. Infine, dopo aver ritrovato la forza e le parole per pregare, l'Innominato a posto con la sua coscienza, viene colto dal sonno, e si addormenta.

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