lunedì 9 luglio 2012
Riassunto capitolo 4 Promessi sposi
La mattina seguente, piuttosto presto, padre Cristoforo esce
dal convento di Pescarenico per raggiungere la casa di Lucia:
attraversando la serena campagna, che ha i toni e i colori limpidi e
dolci del mattino, il padre osserva con dolore i segni dell'incipiente
carestia. A questo punto il Manzoni avverte il bisogno di interrompere
la trama narrativa dei due promessi per dare un profilo biografico e
morale del frate. FRà Cristoforo era un uomo sulla sessantina, dalla lunga barba bianca, umole ma fiero al tempo stesso, con due occhi vivacissimi. Prima di prendere i voti, il suo nome era Ludovico,era figlio di un grosso mercante che, dopo aver
faticato, s'era conquistata una grossa fortuna:
lo turbava la sua origine modesta di popolano: voleva essere accettato
dai nobili ed essere eguale a loro. La parola "mercante" in sua presenza
era motivo di turbamento.Ludovico era cresciuto fra l'opulenza, la servitù, con gli agi
propri dei nobili. Dai quali, nonostante i tentativi di essere
accettato, era stato sempre snobbato e lasciato da parte. Aveva però
indole buona che lo portava a proteggere i poveri, e a respingere gli
atti di ingiustizia e di sopraffazione. Tanto che a volte, disgustato
della società, aveva meditato di farsi frate. Viveva però in una grande
contraddizione: voleva essere dei nobili, ma intanto ne respingeva la
mentalità e i pregiudizi. Voleva un mondo regolato da giustizia e non
s'avvedeva che la vita dell'aristocrazia, cui voleva partecipare, era
quella della sopraffazione.Il fatto che diede una svolta
a tutta la sua vita fu il duello che dovette sostenere in pubblica
strada, lui e i suoi servi, tra cui uno che gli era molto caro e si
chiamava Cristoforo, contro un signorotto prepotente ed aggressivo,
circondato anche questo da alcuni bravi. Lo scontro ebbe ragion futili:
il prepotente voleva che Ludovico gli cedesse il passo lungo il muro:
come nobile presumeva di averne diritto. Ma questo privilegio non gli
venne riconosciuto da Ludovico che nel duello, quando vide cadere il suo
Cristoforo, persa la luce della ragione, lo ammazzò.Come fuor di sé, Ludovico viene spinto nel vicino convento dei
cappuccini: come ogni convento anche questo gode del diritto d'asilo,
che concede l'immunità a tutti coloro che vi si rifugiano: non possono
però uscirne. Ma in convento Ludovico medita su di sé, sui grandi temi
del destino dell'uomo, si converte e si fa frate. Da allora fu frate e
dentro sempre lo accompagnò il desiderio di giustizia con la energica
opposizione ai soprusi. Prima di iniziare la nuova vita, volle chiedere
perdono al fratello dell'ucciso: lo ottenne, ma la cerimonia che doveva
essere di umiliazione, si risolse in un trionfo per lui.
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