mercoledì 1 agosto 2012

Riassunto capitolo 27 Promessi sposi

  •  Il capitolo 27 si apre con la narrazione dell' autore che si appresta a fornire informazioni sulla guerra per la successione al ducato di Mantova e del Monferrato. Narra che morto Vincenzo Gonzaga, gli succede Carlo Gonzaga, dal ramo francese di Nevers, ma la Spagna gli contrappone, per Mantova, Ferrante Gonzaga, principe di Guastalia, e per il Monferrato Carlo Emanuele I° di Savoia. Don Ponzalo, governatore di Milano, vuol fare una guerra in Italia per desiderio di gloria personale e si allea con il duca di Savoia, per dividere con lui il Monferrato. Porta pertanto l’assedio a Casale, ma l’operazione si rivela lunga e infruttuosa. La sua protesta presso la Repubblica veneta a proposito della fuga di Renzo si rivela dovuta a contingenti motivi politici. Nel frattempo Renzo vuol far avere sue notizie alle due donne, ma, non sapendo scrivere, deve ricorrere a chi lo sa fare e renderlo partecipe dei suoi segreti. Si avvia così un rapporto epistolare, né rapido, né regolare con Agnese ma l’operazione di comunicare attraverso la mediazione di scrittori di professione e lettori letterati si rivela infatti assai complessa. Il giovane in ogni modo riceve da Agnese i cinquanta scudi dono dell’ Innominato, indecifrabili notizie attorno al voto di Lucia e il consiglio di mettersi il cuore in pace. Ma egli rifiuta decisamente il suggerimento e dichiara di tenere il denaro come dote di Lucia. Costei, quando viene a sapere che Renzo è sano e salvo, prova un gran sollievo e desidera solo che egli “pensi a dimenticarla”, proponendosi di fare altrettanto. A complicare le cose interviene donna Prassede, che cerca ogni occasione per parlare di Renzo come di un delinquente, pensando così di farlo dimenticare a Lucia. La giovane si sente continuamente costretta a difendere il suo promesso e si trova dunque in un gran turbamento. Per fortuna Lucia non è l’unica persona che donna Prassede si propone di guidare. Dispone infatti di numerose figlie e di un marito, don Ferrante, uomo di studio cui non piace né comandare, né ubbidire: lascia dunque alla moglie il governo della casa, ma è geloso della propria indipendenza. Il suo regno è la biblioteca, dove ha raccolto più di 300 volumi. Addottrinato nella storia e nella politica, merita e gode del titolo di professore nella scienza cavalleresca, tanto da essere interpellato spesso in affari d’onore.Intanto trascorre un anno in cuio non si registra nessun cambiamento, ma solo continui turbamenti e angosce mescolate a speranze.

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